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Morso di medusa
Finalmente, dopo un duro anno di lavoro, siamo in spiaggia, tra mare, sole e relax, e… un incontro inaspettato con una medusa può trasformare la giornata perfetta! Il contatto con i tentacoli di questi urticanti organismi marini lascia sulla pelle una sensazione di bruciore, accompagnata da rossore, gonfiore e a volte persino reazioni allergiche. Sapere come agire in questi casi è, quindi, importantissimo.
Non appena si avverte la caratteristica sensazione di bruciore, è fondamentale mantenere la calma. Il panico non solo peggiora la percezione del dolore, ma può portare a movimenti bruschi che rischiano di diffondere ulteriormente le tossine. La prima cosa da fare è uscire dall’acqua con cautela, evitando di strofinare la zona colpita, perché questo potrebbe rompere eventuali frammenti di tentacoli ancora attaccati alla pelle e rilasciare ulteriore veleno.
Una volta a riva, è importante sciacquare la parte interessata con acqua di mare, mai con acqua dolce. Quest’ultima, infatti, a causa della differenza osmotica, farebbe esplodere le nematocisti residue, le microscopiche capsule urticanti, peggiorando la situazione. L’acqua salata, invece, aiuta a dilavare le tossine senza scatenare ulteriori reazioni. Se disponibile, si può utilizzare una soluzione salina sterile, ma in mancanza di alternative, il mare rimane la scelta migliore.
Dopo il risciacquo, è utile rimuovere con delicatezza eventuali residui di tentacoli rimasti adesi alla pelle. L’ideale è usare una spatola sterile o persino il dorso di un coltello, facendo attenzione a non esercitare pressione diretta. Le pinzette possono essere utili, ma vanno maneggiate con perizia per evitare di schiacciare i frammenti e rilasciare altro veleno.
Molti credono che l’aceto sia la soluzione universale per le punture di medusa, ma la realtà è più complessa. In alcune specie, come la pelagia noctiluca, comune nel Mediterraneo, l’aceto può effettivamente inattivare le tossine. Tuttavia, per altre tipologie, come quelle presenti in acque tropicali, potrebbe rivelarsi controproducente. Se non si è certi della specie coinvolta, è meglio limitarsi all’acqua marina e consultare un esperto.
Il calore può essere un altro alleato prezioso: immergere la zona colpita in acqua calda (tra i 40 e i 45 gradi) per almeno 20 minuti aiuta a denaturare le proteine urticanti, alleviando il dolore. Attenzione, però, a non esagerare con la temperatura per evitare ustioni. Se non si ha accesso a acqua calda, anche una borsa del ghiaccio avvolta in un panno può dare sollievo, ma va applicata con intervalli per non causare danni ai tessuti.
Nei giorni successivi al contatto, è normale che la pelle rimanga irritata e sensibile. Applicare una crema al cortisone o un antistaminico topico può ridurre l’infiammazione, mentre gli antidolorifici orali come il paracetamolo aiutano a gestire il fastidio. Se però compaiono sintomi come difficoltà respiratorie, nausea, vertigini o reazioni cutanee estese, è essenziale rivolgersi immediatamente a un medico, poiché potrebbero indicare una reazione allergica grave.
Prevenire, come sempre, è sempre meglio che curare, dunque è bene informarsi sulla presenza di meduse nella zona di balneazione ed evitare di nuotare dopo una tempesta (quando questi organismi tendono a avvicinarsi a riva).
Il morso di una medusa è un’esperienza sgradevole, ma con le giuste conoscenze si può intervenire in modo efficace, imparando a rispettare e convivere con le meraviglie del nostro mare.