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Celiachia, come riconoscerla
20 maggio 2025

Celiachia, come riconoscerla

La celiachia è una condizione sempre più frequente, ma nonostante la crescente consapevolezza, molte persone continuano a convivere con sintomi senza ricevere una diagnosi corretta. Si tratta di un’intolleranza permanente al glutine, una proteina presente in grano, orzo e segale, che scatena una reazione autoimmune nell’intestino tenue, danneggiando i villi intestinali e compromettendo l’assorbimento dei nutrienti. Riconoscerla, però, non è sempre semplice, perché i suoi sintomi possono essere variabili, sfumati e facilmente confondibili con altre patologie.

Uno dei segnali più comuni è il disagio gastrointestinale. Chi soffre di celiachia può sperimentare gonfiore addominale persistente, diarrea cronica o, al contrario, stitichezza ostinata. Spesso questi disturbi vengono attribuiti a una dieta scorretta o alla sindrome del colon irritabile, ritardando così la diagnosi. Ma la celiachia non colpisce solo l’intestino: può manifestarsi con una stanchezza inspiegabile, anemia da carenza di ferro che non migliora nonostante gli integratori, o persino con afte ricorrenti nella bocca.

Nei bambini, i campanelli d’allarme possono essere ancora più evidenti. Un ritardo nella crescita, un calo ponderale non giustificato, irritabilità e difficoltà di concentrazione possono nascondere una celiachia non diagnosticata. Purtroppo, inoltre, se non individuata in tempo, questa condizione può compromettere lo sviluppo fisico e cognitivo e per questo è fondamentale non sottovalutare segnali che potrebbero sembrare generici, ma che invece potrebbero condurre a una diagnosi salvavita.

Ma la celiachia non si limita ai classici sintomi digestivi. Esiste infatti una forma atipica, che si presenta con manifestazioni extra-intestinali come mal di testa ricorrenti, dolori articolari, dermatite erpetiforme (un’eruzione cutanea pruriginosa) e persino disturbi della fertilità possono essere spie di un’intolleranza al glutine non riconosciuta.

Un altro aspetto insidioso è che i sintomi possono variare notevolmente da persona a persona. C’è chi soffre di disturbi gravi e debilitanti e chi, invece, avverte solo un lieve malessere, tanto da non sospettare minimamente la presenza della malattia. Esiste persino una forma silente, in cui il danno intestinale è presente ma non causa sintomi evidenti, se non a livello di esami specifici e questo rende ancora più cruciale un’attenta valutazione medica, soprattutto se in famiglia ci sono già casi accertati di celiachia, visto il forte componente genetico.

La diagnosi precoce è fondamentale per evitare complicanze a lungo termine, come l’osteoporosi, ulteriori malattie autoimmuni o, in rari casi, il linfoma intestinale. Il primo passo è un semplice esame del sangue per la ricerca di anticorpi specifici, come gli anti-transglutaminasi e se i risultati sono positivi, si procede con una biopsia duodenale per confermare la presenza del danno ai villi intestinali. Attenzione, però: prima di fare gli esami, è importante non eliminare il glutine dalla dieta, perché questo potrebbe falsare i risultati.

Una volta diagnosticata, l’unica terapia efficace è una dieta rigorosamente priva di glutine per tutta la vita e anche piccole quantità di glutine possono riattivare la risposta autoimmune e perpetuare il danno intestinale. Fortunatamente, oggi esistono sempre più alternative alimentari sicure e gustose, e la consapevolezza nei ristoranti e nelle mense è in crescita.

Se sospetti di soffrire di celiachia, non aspettare: parlane con il tuo medico e richiedi gli esami necessari; potresti scoprire che molti dei tuoi malesseri hanno finalmente una spiegazione e, soprattutto, una soluzione.